Padova città sede universitaria tra le più antiche del mondo. Questo viaggio alla scoperta degli asparagi di Badoere parte da questa splendida città. Elegante, ricca di numerose attrazioni come la cappella degli Scrovegni, affrescata da Giotto. Risalendo il Brenta, dove prospicienti il fiume sorgono alcune delle ville venete più scenografiche, giungeremo a Piazzola sul Brenta. Ci faremo tentare da un viaggio fino a Vicenza per conoscere uno tra i più grandi architetti dell’età moderna: Andrea Palladio. Più a nord attraverseremo, a Bassano del Grappa, il Ponte degli Alpini, famosissimo interprete di un canto della prima guerra mondiale. Conosceremo, quindi, Cittadella, un borgo medievale racchiuso nella sua cerchia urbica, quasi come fosse una città ideale. La tappa successiva sarà Castelfranco Veneto, con un castello imponente che ci farà fare un salto indietro di secoli. Il nostro viaggio terminerà a Badoere, nelle splendide campagne venete per degustare un interprete principale di queste tavole: gli asparagi.
«Far e desfar xe tuto on laorar. (Fare e disfare è tutto un lavorare)»
Proverbio veneto
Se per caso dovessimo nominare il Santo, in questa città, l’associazione sarebbe ovviamente rivolta a Sant’Antonio. Ci troviamo a Padova, la città del Santo, e iniziamo il nostro percorso nella terra del Veneto, proprio dalla Basilica di Sant’Antonio, uno dei santuari più venerati al mondo. Sant’Antonio, era un monaco francescano nativo di Lisbona e contemporaneo di San Francesco. Lo stile della basilica è un misto di romanico, nella facciata, di bizantino nelle cupole e rinascimentale all’interno. Da visitare assolutamente la cappella del tesoro che contiene preziosi reliquiari, ma tutta la basilica contiene opere preziose come quelle di Donatello e Tiepolo, per citare solo i più famosi. Ci spostiamo poco distante per ammirare una delle piazze più grandi d’Europa, Prato della Valle estesa quasi 90mila metri quadrati. Al centro è stata ricreata un’isola ellittica circondata da canali d’acqua e arricchita con alberi e statue del XVIII e XIX secolo. Decidiamo di attraversare il centro storico ed è tutto una bella scoperta, a cominciare dall’Università, tra le più antiche del mondo che custodisce ancora un interessante Gabinetto Anatomico nel palazzo del Bo, per terminare con la piazza delle erbe e quella della frutta. Tra queste due piazze c’è il Palazzo della Ragione, stupefacente. Entriamo per la visita e ci sorprende un elegante affresco di un pergolato che decora la volta della nicchia prospiciente la piazza, ma è l’interno a essere straordinario. Un salone enorme per vastità, completamente affrescato e con la volta a carena di nave conserva anche un gigantesco cavallo di legno, copia del monumento equestre al Gattamelata. Vi assicuro che la visita è stata una sorpresa inaspettata.
Padova ha anche una forte identità patriottica e risorgimentale e la si può respirare nello storico caffè Pedrocchi, dove nel 1848 iniziarono alcuni dei moti di indipendenza italiana. Ci ritroviamo a , elegante e tanto tipicamente “piazza veneziana”. Siamo alla ricerca della nostra meta patavina: la “Cappella degli Scrovegni”, famosa in tutto il mondo per il ciclo di affreschi di Giotto, realizzati per volere di una famiglia di banchieri. E’ incredibile la ricchezza delle immagini trecentesche che decorano la sala, sono immagini che riproducono scene di vita della famiglia di Maria ed episodi della storia di Gesù. Proprio con questo ciclo di affreschi di Giotto iniziava la pittura moderna.
Decidiamo di uscire dalla città, costeggiando lo storico fiume Brenta, sulle cui rive le classi più agiate decidevano a partire dal XV secolo, di edificare le proprie residenze di villeggiatura: le celebri ville venete. Proprio a Piazzola sul Brenta possiamo visitare Villa Contarini, progettata da Andrea Palladio. Una splendida villa con un prospetto di 180 metri che si integra perfettamente con la piazza a pianta semicircolare del paese, una bellissima integrazione tra un villa patrizia, oggi proprietà della Regione Veneto, ed uno spazio pubblico.
Riprendiamo il nostro viaggio con direzione Vicenza, città dichiarata Patrimonio dell’Umanità grazie ad Andrea Palladio, che qui nacque e ha lasciato un immenso patrimonio artistico. Infatti la nostra prima visita è destinata alla “Rotonda”. Era il 1566 quando il canonico Paolo Almerico commissionò ad Andrea Palladio di realizzare una residenza di campagna. L’architetto creò un capolavoro, un vero archetipo dell’architettura moderna. L’edifico è a pianata centrale e tutto ruota intorno alla cupola, il cui interno è splendidamente affrescato. Ci ricorda un po’ il Pantheon arricchito dalla preziosa raffinatezza del marmo bianco e da un colonnato esastilo sull’avancorpo. Ora comprendiamo anche perché Andrea Palladio è stato insignito del titolo di Padre dell’architettura americana. La Rotonda, nella sua purezza di stile, ci ricorda tanto la Casa Bianca.
Visitata questa meravigliosa residenza, decidiamo di entrare nel centro storico. Come seconda tappa vicentina, visitiamo il teatro olimpico, il cui interno è stupefacente: ben 95 statue ornano l’interno del teatro che si rivela subito di grande impatto scenografico. Ma passeggiare per il centro storico di Vicenza è un susseguirsi di bellissime visioni architettoniche come ad esempio il palazzo della Ragione, noto anche come Basilica Palladiana oppure il palazzo Chiericati. La Basilica Palladiana è il vero simbolo della città, con le sue scansioni a “serliane” che lo rendono un esempio mondiale di virtuosismo architettonico. Abbiamo anche l’opportunità di visitare qualcosa di poco conosciuto nel cuore di Vicenza: il criptoportico romano. Questa struttura faceva parte di una domus molto estesa, edificata nell’area dove oggi sorge la cattedrale. Ma a cosa poteva servire un criptoportico? Sicuramente ad avere degli ambienti sotterrai più freschi, dove ripararsi durante la calura estiva e dove conservare degli alimenti deperibili.
Lasciamo il capoluogo vicentino e viaggiamo verso le prealpi, verso un luogo di battaglia e di memoria patriottica. Risaliamo il corso del Brenta e giungiamo a Bassano del Grappa. Città insignita al valor militare e civile, Bassano parla da sola del suo passato. Questa città ha sempre dimostrato il suo valore di difesa della nazione italiana e sicuramente il simbolo più noto è costituito dal Ponte degli Alpini. Questo ponte sul Brenta ha origini antichissime e univa Vicenza con le valli alpine sin dal XIII secolo. Ha subito molti crolli e ricostruzioni, un progetto fu anche di Palladio, e la struttura che è possibile vedere oggi, completamente in legno, risale alla ricostruzione del 1948. Un’ulteriore curiosità è dettata dal fatto che sul ponte è presente la più antica distilleria di grappa in Italia, la Bortolo Nardini, posizionata sul ponte a partire dal 1779.
Lasciamo Bassano avendo negli occhi ancora la splendida vista sulle Alpi che abbiamo ammirato dalle rive del Brenta e scendiamo verso una città medievale, ancora rinchiusa in possenti e alte mura: Cittadella. Una città tutta completamente racchiusa nelle mura del XIII secolo con una pianta ellittica, in cui si accede attraverso quattro porte urbiche, chiamate con i nomi delle città alle quali conducevano le strade che partivano da queste: Padovana, Trevisana, Vicentina e Bassanese. Tutto intorno al circuito murario scorre ancora il canale del fossato, dove placidamente nuotano cigni e oche selvatiche. Prima di intraprendere la salita per il circuito murario, ci prendiamo un fresco Spritz nella piazza principale, dominata dal Duomo. Saliamo sul museo delle mura e scorgiamo uno spaccato medievale della città, e ci ritroviamo pronti a percorre i 1400 metri di percorso di ronda. Davvero divertente e interessante, come bambini immaginiamo gli attacchi delle truppe prevenienti dalle città una volta in lotta tra di loro come Treviso e Vicenza.
Riprendiamo il nostro itinerario in direzione di Castelfranco Veneto, dove è possibile ammirare un antico castello medievale, conservato benissimo, le cui mura racchiudono tutto il borgo antico della cittadina. Castelfranco ha dato i natali anche al celebre Giorgione, raffinato pittore del XV secolo. Anche qui facciamo una rilassante e interessante passeggiata lungo il percorso della cinta muraria, ripercorrendo le vicende di una città della marca trevigiana.
Castelfranco è vicina alla nostra meta “gastronomica”: Badoere. Giungiamo nella rotonda della piccola frazione e ci sorprende questo grande porticato semicircolare. Queste rotonde denominate “Barchesse” ospitavano botteghe e artigiani che potevamo esporre e vendere la loro mercanzia. Il porticato fu eretto alla fine del 1600 dalla famiglia veneziana dei Badoer. Ma qui siamo nel regno di un ortaggio saporito e gustoso: gli asparagi di Badoere. Mauro io ti vedo già alle prese in cucina, con un piatto da tavolozza di colori. Cosa prepari di buono?
Allora Francesco, con questo ortaggio si può farte veramente tanto. Io, come ben sai, lo adoro. Ho realizzato molte ricette con gli asparagi ma oggi ho voluto osare. Cheeesecake? Chi ha detto che debba essere per forza dolce? Oggi vi propongo una versione salata della cheesecake. La serviremo in mono porzioni in bicchiere, comode come finger food. Come la prepariamo questa cheesecake? Beh ho pensato di farne una con una crema di formaggio e asparagi, con una base di friselle di farro. La decoriamo poi con una composta di pomodoro e basilico. Ho attirato la vostra attenzione? Allora mi date una mano a realizzarla? Forza che il risultato è davvero unico. Indossate i grembiuli e rimboccate le maniche.
Ingredienti per 2 persone:
- 100gr di friselle di farro
- 300gr di asparagi
- 120 gr di formaggio spalmabile
- 1 barattolo di pomodoro pelato (450gr)
- 2-3 cucchiai di zucchero
- basilico fresco q.b.
- 40gr di burro
- sale q.b.
Procedimento:
Pesate le friselle e con l’aiuto di un robot da cucina tritatele finemente. Sciogliete il burro e unitelo alle friselle macinate. Mescolate fino a ottenere un composto compatto. Questa è la base delle nostre cheesecakes. Prendete due bicchieri e ponete il composto sul fondo. Compattatelo ma non troppo, in fondo tutto resterà nel bicchiere e non scappa via. Coprite i bicchieri con della carta stagnola e poneteli in frigo. Prepariamo la crema di formaggio. Prendete gli asparagi, puliteli ed eliminate la parte dura. Sapete come fare vero? Basta semplicemente prendere gli asparagi tra due dita, fletteteli e si spezzano. Recuperata la parte della punta. Tagliate gli asparagi a rondelle. Fate bollire dell’acqua, salatela e immergete gli asparagi. Lessateli e una volta cotti, scolateli e immergeteli in una coppa con acqua e ghiaccio. Questo servirà per bloccare la cottura e conservare il colore verde degli asparagi. Una volta freddi, ponete gli asparagi in un boccale e unite il formaggio spalmabile (io ho usato il philadelphia light). Frullate con un minipimer per rendere il tutto una crema setosa e omogenea. La crema agli asparagi è pronta. Prendete i bicchieri dal frigo, sistemate sulla base la crema e riponete in frigo per un paio di ore. Nell’attesa prepariamo la composta di pomodoro. Frullate i pomodori pelati con un minipimer. Ponete in un pentolino, unite 2-3 cucchiai di zucchero e un paio di foglie di basilico fresco. Cuocere per circa 15min mescolando di continuo. Eliminate il basilico e lasciate raffreddare. Una volta trascorso il tempo in frigo, prendete le cheesecakes e decorate con la composta di pomodoro. Servite a temperatura ambiente. Buon appetito.